The Oldest Thing

In “The Oldest Thing” sono raffigurati oggetti ordinari che assumono un corpo e una vita propri, esplorando il sottile confine tra lavoro e vita domestica attraverso la ripetizione di compiti quotidiani e risalendo fino all’influenza di sua madre.

Nelle mani dell’artista, le immagini di oggetti banali diventano “materia in movimento”, subendo un processo di decostruzione attraverso il quale forme strane e ambigue vengono scoperte e messe a fuoco. Il libro presenta numerosi collage, immagini d’archivio, dipinti e sette poesie dell’amico di lunga data Basje Boer.

“Mia madre mi ha lasciato tre raccoglitori con ricette accuratamente copiate e immagini incollate. Non ho mai provato a cucinarne nessuna: le ho tenute per altri motivi. È la cura che mi commuove, la calligrafia regolare, le pagine scolorite. Cosa lascia una madre? Come aggiungere valore alle attività quotidiane di una famiglia? Mia madre è morta quando avevo quindici anni: non l’ho mai conosciuta come persona. Ma questa eredità mi ha assicurato il suo ricordo come figura materna. Probabilmente è qui che è iniziata la mia passione per i manuali e i libri sul ricamo e la casa. Ho imparato molto da lei, ma non tutto: e quest’incompletezza è una risorsa preziosa per me. Come un caldo ricordo che si può ripercorrere, ma che allo stesso tempo è chiuso e distorto dal tempo trascorso. Quell’estremità aperta, l’incompletezza, è in tutto il mio lavoro”
(Ruth van Beck)