Flattened in Time and Space

“Flattered in Time and Space di Angelo Vignali è un affascinante epos fotografico, in bilico tra finzione e realtà.
Il suo modo di lasciare le persone sospese grazie alla sua narrazione è una assoluta novità in questo settore“.
-Erik Kessels-

Questo libro è un romanzo familiare visivo, la cui trama si sviluppa intorno alla figura di Concetto, nato a Scicli, in Sicilia, nel 1921. Le fotografie, trovate negli album di famiglia, sono state scattate dal nipote Angelo Vignali, e da amici e parenti nell’arco di cinquant’anni. Mescolando le fotografie in una nuova sequenza non lineare, lo spettatore è privato delle coordinate spazio-temporali, dando vita a una nuova narrazione. Questo libro è un ritratto tratto dalle relazioni tra persone, luoghi ed eventi che hanno animato la vita di Concetto. Un susseguirsi di sguardi sulla campagna, le fattorie abbandonate e i distributori di benzina, le polverose colline siciliane, il cielo e il Mar Mediterraneo. La magnificenza dei monumenti, che osserviamo solo un attimo dopo erosi dal tempo, abbandonati. Solo pochi personaggi sullo sfondo scandiscono il paesaggio, fino all’interno domestico, sempre uguale, eppure sempre diverso nei minimi dettagli: la casa che Concetto stesso ha costruito e dove vive ancora oggi.

C’è un “lessico familiare” nel modo in cui guardiamo e rappresentiamo i luoghi e le persone che ci stanno a cuore?

Il percorso intrapreso da Vignali nella costruzione di questo progetto trova una chiave di lettura essenziale negli studi dello psicologo americano James Hillman (Healing Fiction, 1983), riguardanti il ruolo della finzione in psicoterapia. Raccontare la propria storia è un processo creativo, un’operazione digestiva, in cui l’individuo osserva e riorganizza lo svolgersi del tempo della sua vita, l’emanazione di ricordi, sogni e fantasie.
Vignali riscrive così la trama, rivede il passato, fino a trovare una nuova coerenza interna.